Un botta e risposta con Enrico Bossan per mettere a
fuoco nel modo migliore il lavoro di direttore di un periodico di
successo.
Una carriera brillante da fotogiornalista, con
reportage premiati in varie occasioni e collaborazioni con importanti agenzie,
come Contrasto e Magnum. In più, un'attività di curatore di mostre e rassegne
fotografiche e un impegno da docente. Direi che, a ben vedere, il fil rouge
nella professione di Enrico Bossan sia il mondo dell'immagine.
Il mio ruolo di direttore editoriale di Colors in questi sei anni è
stato improntato nel cercare giovani a cui affidare la realizzazione artistica
della rivista mantenendo immutata l'idea del giornale. Un lavoro appassionante,
quello di essere un mentore per dei giovanissimi creativi. In questi anni
abbiamo portato il numero delle edizioni da tre a sei, con l'edizione Coreana,
Cinese, e Portoghese per il Brasile. Abbiamo creato importanti esposizioni in musei di prim'ordine come ad aprile a Londra, al Design Museum.
Colors è una rivista che nasce, si potrebbe dire, con
un collegamento molto forte con la fotografia. Eppure il carattere di periodico
"antropologico", con un'apertura verso le storie del mondo viene
fuori brillantemente. Come costruite i numeri?
I numeri sono sempre monotematici e, grazie alla nostra rete di corrispondenti
editor e fotografi, siamo in grado per ogni numero di trovare storie
interessanti dal resto del mondo. Vogliamo parlare dei temi di grande
attualità con uno sguardo non convenzionale, cercando di raccontare e mostrare
quello che altri magazine non fanno.
Una volta definita la linea editoriale, come viene
deciso il linguaggio da utilizzare, il taglio degli articoli e dei pezzi?
Un direttore artistico, attualmente Patrick Waterhouse, decide
quale chiave di lettura visuale e di scrittura usare per meglio poter
sviluppare il tema scelto. Ogni
numero viene costruito da zero, e ogni volta la gabbia grafica viene
cambiata per meglio rispondere alle esigenze creative.
Colors non fa riferimento solo alla fotografia ma, in
qualche misura, eredita una contaminazione con un certo tipo di pubblicità e
con il cantiere creativo Benetton. In che modo questa attenzione ai linguaggi
contemporanei può essere ritrovata nel periodico?
Colors è parte delle attività di Fabrica, che è il centro di ricerca
della Benetton. I migliori creativi di Fabrica, writer, visual designer,
illustratori, fotografi, in questi anni hanno potuto collaborare con Colors
aggiornando il linguaggio contemporaneo tra giornalismo e arte.
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