mercoledì 27 giugno 2012

Cosa c'è dentro la grafica: intervista a Riccardo Falcinelli


Riccardo Falcinelli insegna Comunicazione visiva presso la facoltà di Disegno industriale dell'Università La Sapienza di Roma e ha progettato libri e collane per importanti editori italiani, tra cui minimum fax, Einaudi Stile libero, Laterza. Ha inoltre pubblicato il manuale di design Guardare, pensare, progettare (Stampa alternativa & Graffiti) e Fare i libri (minimum fax).

Iniziamo l'intervista chiedendoti una piccola cronistoria del tuo percorso professionale.

Ho studiato arte e design alla Central Saint Martins di Londra e Lettere alla Sapienza, a Roma. Poi ho cominciato lavorando nello studio grafico di Ferro Piludu (tra le cose che potete ricordare: la colomba fatta di pellicola per la sigla del Lunedìfilm di Raiuno) occupandomi prevalentemente di editoria, che è l'ambito che mi è sempre interessato di più. Poi verso i trent'anni ho aperto un mio studio, prima minuscolo adesso un po' più grande, curando collane e copertine per vari editori: Einaudi, Minimum Fax, Laterza, Carocci, i classici tascabili Newton Compton.

A parte gli studi, quali ritieni debbano essere oggi le competenze di un professionista che lavora nel graphic design?

La cultura. La grafica ha a che fare con dei contenuti, se non hai una solida formazione finisci per essere un decoratore, uno che attacca uno stile al contenuto fornito da qualcun altro. Bisogna invece conoscere bene l'ambito in cui si sta operando. Bisogna conoscere i problemi teorici e tecnologici che determinano i linguaggi contemporanei: leggere, andare a teatro, al cinema, conoscere la moda, la danza, i videogiochi. Insomma avere una cultura visiva.

Dalle illustrazioni e alle copertine alle graphic novel. Oggi Falcinelli & Co. è uno degli studi più apprezzati d'Italia. Direi che il campo è la cura del progetto grafico. Ci spieghi esattamente cosa fate?

Il cuore dello studio rimane la progettazione grafica editoriale: libri, collane, copertine, riviste, cataloghi. Ma anche illustrazione quando serve. Cerchiamo di lavorare non sullo stile (che è la conseguenza di un modo di ragionare) ma di capire insieme ai committenti in cosa consiste il progetto, qual è "la storia da raccontare", che si tratti di un romanzo, di un catalogo tecnico o di un sito web.

Oltre a essere un esperto in materia, insegni anche all'Università e spesso sei chiamato per interventi di didattica. Che ruolo ha la didattica nella tua attività la formazione?


Credo che teoria e pratica siano aspetti complementari e inscindibili. Non esiste una pratica eccellente senza teoria e viceversa. Insegnare è qualcosa che ti permette di approfondire e di studiare con metodo, perché per spiegare qualcosa a qualcuno devi averla capita davvero bene.

Come ricercatore e professore universitario hai scritto dei bellissimi libri. Uno, in particolare, Guardare, Pensare, Progettare apre il mondo della grafica alla teoria della percezione e ad argomentazioni scientifiche (neuro-fisiologia). Ce ne parli?

Il libro racconta quello che succede nel cervello quando guardiamo o progettiamo arte e design. Porsi domande sulla biologia della mente non è un accessorio qualsiasi ma lo strumento principale di chiunque si occupi oggi di cultura visiva. Il gusto educato resta una qualità irrinunciabile, ma per capire come funzionano le immagini dobbiamo chiederci come funziona la testa di chi le guarderà. Vedrà le cose come le vediamo noi? Un certo accostamento di colori gli piacerà come piace a noi? Il succo della storia è che, ancor prima di interessarci di forme e di colori, la prima domanda riguarda la mente degli altri. Che cosa succede dunque nella mente di chi guarda le immagini? E nella mente di chi le produce? Cosa dice al cervello che il rosso spicca più di altri colori ma che il blu è più riposante? E soprattutto: quando si tratta di arte e design dove sta il talento naturale e dove sta la cultura?

Da poco sei a capo di Progetto Grafico, forse l'unico progetto editoriale su questo mondo in Italia. È di questo che parlerai durante l'educational ReadTheSign?


Progetto grafico è una rivista ambiziosa: il nucleo è il graphic design ma vuole allargare lo sguardo il più possibile: dai temi storici al dibattito teorico contemporaneo. Sarà completamente tradotta in inglese (con testo a fronte) e verrà diffusa a livello mondiale in tutti i contesti che si occupano di graphic design a cominciare dalle scuole. Con Silvia Sfligiotti, co-direttore insieme a me, abbiamo messo insieme un comitato di redazione fatto di alcuni tra i più bravi grafici-critici-storici italiani, tutti agguerriti e giovani (anche d'età). Sono convinto che al momento non ci sia nulla di simile in Italia. Siamo pieni di blog e siti internet di  cose "grafiche": noi vogliamo parlare di cosa c'è dentro questa grafica, in maniera critica. Non vogliamo limitarci a guardare le figure.

Falcinelli&Co.

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